Fa tanto freddo, stanotte… Le fronde della grande quercia dirimpetto alla
finestra della mia stanza, si agitano e mormorano inquiete nell’impetuoso
vento dell’Est… La Vecchia Foresta, col suo bieco sguardo vigile, cela
segreti che le creature della notte non racconteranno al pallido mattino che
verrà… Il Brandivino riposa nel suo letto, ampio e cheto… Villa Brandy è
insolitamente silenziosa: non un scricchiolìo di una porta che si chiude,
per accogliere il chiarore di una lampada nel buio; nessun sussurro
attraversa i solitari corridoi come un brivido nell’oscurità… Il fuoco è
spento nel mio camino. Chi scorgerà, nel lampo che insegue il tuono, il
bagliore delle mie deboli e accecanti parole di tenera tempesta, che
fluttuano mute e assordanti nell’immensità della mia dimora in cui si
perdono?
Chi raccoglierà frammenti di un profondo sogno senza macchia né fine,
costretto a dirigere i propri passi verso il sentiero accidentato di una
verità che non gli appartiene? Chi seguirà il percorso di una matita sicura,
sul foglio senza spigoli di un’irruente realtà pronta ad imprigionare ogni
scheggia d’ombra? Chi spolvererà il mio esiliato sorriso, come vento che
spazza via pesanti nubi dalla luna? Chi si lascerà sfiorare dalla luce del
mio sguardo immerso nel più vero, dolce e malinconico ricordo mai
consumato? Chi si lascerà rapire dall’ebbrezza che cattura il folle attimo
nello spazio infinito? Chi mai udirà la mia silenziosa voce incontrastata,
spingersi oltre l’orizzonte?