Ogni dolore recato dal parto è già un debole ricordo, spinto
verso gli angoli della memoria dalla forza dirompente di
quel primo sorriso. Anzi, da quei due primi sorrisi, perché
anche il sorriso sulle labbra di
Aragorn è del tutto originale.
Il volto di
Estel – mi piace continuare a chiamare il mio
Aragorn con il nome che gli
diedero a Granburrone – è
trasformato, ringiovanito da quel sorriso di meraviglia.
Leggo nei suoi occhi che non ha
alcuna intenzione di nascondere questo suo imbarazzo.
Non potrebbe nemmeno farlo, di fronte alle persone che
stanno per arrivare a farci visita.
Eldarion
assume un’espressione quasi di paziente sopportazione,
quando il padre lo solleva un po’ goffamente e incrocia il
mio sguardo. “ Non ti fidi di me, eh? Nemmeno se ti assicuro
che non lo farò cadere? ”
Sorrido e scuoto la testa.
“ Senti un po’ che mamma ti ritrovi, povera anima…” Lo bacia
sulla fronte, incapace di smettere. “ Benvenuto,
Eldarion. ”
Si rivolge di nuovo a me, e sono i suoi occhi a ringraziarmi
ancora prima delle sue parole. “
Hanon-le. ”
La notte estiva è fresca, sull’ampia terrazza davanti
all’ingresso del palazzo. L’Albero Bianco di
Gondor attrae molto lo sguardo
attento di
Eldarion, che ha appena tre mesi di vita.
Non mi stancherei mai di guardare
Aragorn coccolare e scherzare con suo figlio. E’
questo il miglior ringraziamento che
potessi mai ricevere, probabilmente perché risponde
con bellezza e semplicità ai dubbi che ebbi tempo fa.
E mi assicura di aver preso la
decisione più saggia.
“ Il piccolo re vuole già dare un occhio
alle sue future terre? ”
Aragorn
si volta di scatto, e scoppia a ridere. “ Siete già qui? ”
Mi prende per mano e ci avviciniamo insieme a quel resta
della Compagnia dell’Anello.
Da bravi
giocherelloni, Peregrino e
Meriadoc
si concentrano sul piccolo festeggiato, svegliandolo ancora
di più di quanto non avesse fatto il padre.
Gimli
e Legolas stringono la mano a me
e ad Aragorn.
“ Eravamo pronti a falciare decine di
orchetti, se solo
avessero provato a farci tardare…” ci assicura
Gimli.
“ Non dubito che lo avreste fatto ” rispondo io, mentre
lascio Eldarion nelle braccia
degli zii. Il mio piccolo uomo emette
gridolini di pura soddisfazione,
tutt’altro intimidito dai nuovi arrivati.
“ Gimli, la tua ascia non lavora
già a sufficienza nei dintorni di Moria? ” esclama
Legolas.
“ Avete avuto dei problemi? ” chiede loro
Aragorn, accigliandosi un
pochino.
“ Problemi…? Non conosco questo termine, e tanto meno
lo conoscono la mia
ascia
e il suo arco ” risponde Mastro Nano strizzandomi l’occhio.
“ Forse ritarderanno un poco Faramir
e Dama Eowyn, credo
attenderanno
Sam nell’Ithilien, per
fare il resto del viaggio insieme. ”
“ Verranno anche Rosie e i
piccoli? ”
“ Ehm, Sam ha provato a
convincerla, ma lei è una vera Hobbit
fin nel midollo. Sarà difficile strapparla alla Contea. ”
risponde Pipino, poi ad un tratto
si lamenta. “ Piccolo, questa è una mia ciocca di capelli,
non una corda da arrampicata! ”
Ridiamo tutti quanti, ma Eldarion
è proprio concentrato e intenzionato a risalire la testa di
Pipino, così dobbiamo staccarlo a
forza dall’hobbit.
“ E la tua sposa, Peregrino
Tuc…? ” gli chiedo mentre lui si
massaggia il capo riccioluto, “ Come sta Diamante di Lungo
Squarcio? ”
“ Bene, Dama Arwen. Scoppia di
salute, lei…! ”
“ Io direi che…” Aragorn prende
la manina di
Eldarion e la agita per salutare
tutti noi, “ per questo ometto è ora di andare a letto.
Buonanotte a tutti! ”
Prendo in braccio Eldarion e lo
bacio sulla fronte. “ Andiamo? ”
Ci avviamo all’ingresso del palazzo, poi
Aragorn si volta indietro a fare
un cenno a Legolas: “ Lo
addormentiamo e torniamo subito. ”
“ Quel pargolo potrebbe non essere molto d’accordo, ma se ci
credi tu…” commenta l’elfo, prima di riportare lo sguardo
sulla notte stellata di Minas-Tirith.
“ Ma dico, guardatelo! Mi sento
offeso: Granpasso non era così
coccolone e pacifico mentre ci portava a farci mangiare da
quelle bestie assassine delle Terre Selvagge! ”
“ Merry, ” osservò il Nano dopo
un colpo di tosse, “ è difficile
restare pacifici con dei combina-guai
come lo siete stati voi. ”
Un’ora dopo, o poco più, ci ritroviamo nuovamente sul
parapetto della grande terrazza,
dove Aragorn ha ricevuto la
corona dalle mani di Gandalf
meno di cinque anni fa.
Ho la netta impressione che anche lui
stia ricordando proprio ora quel momento, e lo vedo
molto più nostalgico del solito. “
Estel…”, mi decido a parlarne, prima che arrivino gli
altri, ai quali Mirime deve aver
mostrato le loro stanze.
Aragorn
si riscuote e mi sorride. “ Scusami,
stavo solo…”
“ …riflettendo. ” termino io per lui “ C’è qualcosa che non
mi hai detto? ”
“ Ho paura che Gimli e
Legolas non
abbiano detto tutto…La regione a cavallo delle
Miniere di Moria non può essere già così tranquilla come
loro vogliono farci credere. ”
“ Mi sembrano abbastanza determinati a ripulirla dal male,
però…”
“ Sai cosa penso, quando ho di fronte il viso
di Eldarion?
”
“ Che presto dovrai separartene,
anche se per poco. ”
“ Sono davvero un libro aperto, allora…”
“ Ricordatelo, quando cercherai di nascondermi qualcosa. ”
“ Inutilmente ”.
“ Bravo, vedo che hai capito ” confermo io.
* * *
Sono passati sei anni, e cerco con tutta me stessa di
ricordare i sereni dialoghi di quella notte, mentre
passeggio lungo la stessa terrazza. Non posso fare a meno di
voltarmi ogni due o tre passi verso le finestre del palazzo
che io so corrispondere alla stanza mia e
di Aragorn.
Estel
è ancora incosciente, dopo la ferita ricevuta nel corso del
suo ultimo viaggio. Radagast il
Bruno si trovava per nostra fortuna nelle terre di
Gondor, quando il distaccamento
dell’esercito è rientrato alla Cittadella.
Aragorn viaggiava dietro a
Legolas, che lo aveva fatto
legare a se perché non cadesse durante la corsa a cavallo.
Il Guaritore di Palazzo mi ha garantito che lo avrebbero
cercato anche di notte, se necessario.
Non oso pensare a come avrebbe reagito
Eldarion se fosse stato presente
al loro arrivo. Invece si trovava – si trova ancora – nell’Ithilien,
a casa di Faramir ed
Eowyn.
Traggo un profondo respiro e mormoro a bassa voce la mia
preghiera ai Valar, perché
proteggano il mio Aragorn. Sono
passati già tre giorni, e il Guaritore continua a tenermi
informata del più piccolo miglioramento…ma
Estel ancora non si risveglia.
So che sta facendo anche l’impossibile, e per questo non lo
ringrazierò mai abbastanza. Ma
non mi sento in colpa a rivelare quanto vorrei che anche
Gandalf fosse qui.
Sono appena scesa dalla camera, dove ho vegliato
Aragorn fino a poco fa…Mirime
ha dovuto fare la voce grossa, per convincermi a prendere
una boccata d’aria.
Non sta servendo a molto, i pensieri cupi vorticano attorno
a me, e io ho paura di non riuscire a contrastarli per molto
ancora. Sono un fascio di nervi, me ne rendo conto: il mio
scatto quando sento i passi alle mie spalle giunge solo a
conferma del mio prossimo crollo.
“ Legolas…Perdonami, non…”
Lui scuote la testa e si avvicina. Mi ritrovo a piangere sul
suo petto, mentre lui mi accarezza i capelli sciolti e un
po’ disordinati. “ Sssst, andrà
tutto bene. ”
Resta immobile, per un po’ non aggiunge altro. So che anche
lui ha paura, ma nonostante essa riesce
comunque a essere una volta di più un punto di
riferimento, per me, oltre che un caro amico.
“ Mamma! ”
La voce che arriva alle mie spalle
mi convince ad asciugarmi le guance da lacrime che non
voglio mostrare. “ Vuoi che pensi io, a
Eldarion?
Posso portarlo un po’ a cavallo ” mi sussurra
Legolas.
“ Non sarà sufficiente, Legolas.
” risponde l’Istaro
avvicinandosi. “ Eldarion sa che
suo padre non sta bene. Ma
guarirà, vero principe? ”
La mano di
Eldarion mi tira la stoffa del vestito.
“ Sono tornato, mamma. ” mi dice con fierezza.
Gli accarezzo la testolina castana, e sorrido vedendo che
porta sempre il ciondolo che donai ad
Aragorn, e che lui gli ha messo al collo al
compimento dei quattro anni.
Gli occhi verdi che mi avevano fissato,
quasi sgridato, anni fa nella visione, ora mi vogliono
tranquillizzare. “ Ho accompagnato
Radagast il più in fretta possibile. Andrà tutto
bene! ”
Lo abbraccio a lungo, e quando rialzo gli occhi oltre le sue
spalle mi accorgo dell’arrivo di
altri viaggiatori. Rimango incredula, nel vedere
Samwise
Gamgee e la bella
hobbit che lo affianca, una mano
amorevole sulla testolina del figlio più piccolo che tiene
sul petto.
E’ la loro primogenita che raggiunge per prima me ed
Eldarion. Non credo di aver mai
visto una bambina più bella, da quando mi trovo a
Minas-Tirith.
Ricordo le parole usate da
Aragorn per
descrivermela, al ritorno dal suo viaggio nella Contea di
due anni fa. Ora Elanor
deve avere sei anni, e i suoi boccoli biondi incantano anche
Eldarion.
Ha un attimo di esitazione, prima
di saltare al collo di Sam.
Stringo la mano a Rosie e do un
buffetto alla piccola Rosa. Sento una mano di
Legolas premermi dolcemente
sulla spalla. “ Credo che Eldarion
starà meglio con questi nuovi amici, mentre noi parliamo con
Radagast. ”
“ Mae-govannen, amici ” li
accolgo. “ Grazie di essere qui. ”
Sì, comincio ad aver fiducia che andrà tutto bene.
Continua…